cucina

Chiara’s room e il piatto della settimana: “P” come proteina

proteina

Post #7 per Chiara’s room e il piatto della settimana.

Sei giorni su sette carne. Il motivo? Cosa si può mangiare a Bolzano se non carne? E’ vero, ci sono un’infinità di piatti tipici tra cui le zuppe e i canederli, ma tutti un po sul pesantino se l’obiettivo è quello di riuscire di dormire almeno due ore in più rispetto a quotidianità.

L’unica soluzione è stata allora quella di ordinare sempre carne. E pregare che non arrivasse accompagnata con burro alle erbe, aglio e yogurt. Non mi fraintendete: la cucina sudtirolese è buonissima, ma bisogna essere attrezzati con stomaco da sudtirolese (che io non ho).

Ironia della sorte, quando mi sono svegliata nel mio letto domenica mattina, ho capito di non avere nulla in frigo e in dispensa. Pertanto, l’unica soluzione era quella di prepararmi questi due hamburger di carne magra trovati miracolosamente in congelatore e cucinare del riso.

Praticamente ho mangiato proteine sei giorni su sette (da qui la “P” del carattere tipografico sopra al tavolo).

Speriamo almeno che tutto questo consumo di carne possa farmi entrare nel vestito bianco striminzito che ho intenzione di mettere sabato. Staremo a vedere…

Chiara Orlando

Chiara’s room e il piatto della settimana: il pasticcio di verdure

pasticcio

Post #4 per Chiara’s room e il piatto della settimana.

La 43ma settimana si è distinta dal punto di vista culinario con la cena di giovedì. Il pasticcio era un filo “sciapo” (in questa foto dovevo ancora metterlo in forno), ma tutto sommato non sono stata scontenta del risultato. Il giorno dopo, l’avanzo di lasagne di verdure arricchito con una bella nevicata di parmigiano e del pepe macinato, mi ha salvato il pranzo. Oltretutto era molto più buono: direi un 9 pieno. Chissà perchè certi piatti sono meglio il giorno dopo… Mistero.

Chiara Orlando

Una piramide di puro piacere

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T H E    B E S T    T I R A M I S U’   E V E R

Un dessert classico la cui preparazione é tanto semplice quanto la riuscita difficile.
Io lo faccio ad occhi chiusi e i tempi di esecuzione sono poco più lunghi del tempo che ci mette il caffè a salire.
Oltre al vantaggio di essere pronto in meno di dieci minuti, il tiramisù è uno di quei dolci che piace:

  • a quelli che amano i dolci
  • a quelli che in genere non amano i dolci
  • a quelli che amano i dolci “dolci”
  • a quelli che adorano le crème e i gelati
  • a quelli a cui in genere non piacciono le creme e i gelati
  • alle donne
  • ai bambini ( attenzione al caffè!)
  • e, pur essendo un piatto un pò da signorina, gli uomini ne vanno matti!

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Servo il tiramisù sopra un’enorme pirofila bianca, che nel giro di un quarto d’ora, mentre servo agli ospiti nelle coppette, sembra avere la stessa capacità di un piattino di servizio di Barbie. Qualcuno mi sà dire il perchè?
E questo accade sia che gli ospiti siano 6, 4 o… 1!
Questa volta voglio complicarmi un pò le cose: ho deciso di erigerlo su di un podio di savoiardi (banditi i Pavesini!), e di farlo salire un poco alla volta verso l’empireo come la più bella delle piramidi.

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La “piramide” monoporzione servita su di un ampio piatto di portata di Driade.

Il trucco per ottenere una base solida sta nel bagnare poco i savoiardi nel caffè, perchè altrimenti si rischia che la tomba di Tutankamon venga allo scoperto alla prima gettata di crema di mascarpone.

Ingredienti:

4 uova

250 gr di mascarpone ( meglio se fresco)

100 gr di ricotta fresca

5 cucchiai rasi di zucchero di canna

1 moka di caffè da 4 persone

1 confezione savoiardi

cacao in polvere

 

Preparazione:
Preparate il caffè. Una moka da 4 sarà sufficiente per una pirofila di grandi dimensioni o per 4/6 monoporzioni ( come da quelle da me indicate nelle foto). Versate il caffè in una fondina e fateci sciogliere 1 cucchiaio e mezzo di zucchero di canna. Separate albumi da tuorli. Mettete i tuorli in una terrina e aggiungeteci 5 cucchiai rasi di zucchero di canna. Mescolate. Aggiungete 200 gr di mascarpone e 100 gr di ricotta, sino ad ottenere un composto denso. In una terrina a parte montate con le fruste gli albumi a neve, aggiungendovi un pizzico di sale.

Una volta montati gli albumi, aggiungeteli alla terrina con i tuorli, il mascarpone e ricotta. Mescolate con delicatezza, in modo di non far “scendere” la crema.

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Gli albumi montati a neve sono pronti per essere amalgamati al composto con mascarpone e i tuorli

Munitevi di un piatto abbastanza largo, nel caso facciate le monoporzioni.

Bagnate velocemente i savoiardi nel caffé, in modo che mantengano comunque una loro consistenza. E’ un’operazione da fare con cura per evitare si “spappolino”. Sul piatto di portata, fate una base di 4 savoiardi uno di fila all’altro. Versateci sopra uno strato leggero di crema di mascarpone. Proseguite in questo modo salendo in altezza e riducendo la quantità di savoiardi man mano che salite. Sarà necessario spezzare i savoiardi (prima di bagnarli nel caffè), in quanto risulterebbero troppo lunghi nel vertice. Avremo così l’effetto ” a piramide”. Versate con delicatezza l’ultimo strato di crema di mascarpone sul vertice della piramide e terminate con una nevicata di cacao amaro.

Trattandosi di un semifreddo,  abbiate cura di risevare dello spazio sufficiente in congelatore sia in altezza che in larghezza per le vostre porzioni.

Estraete dal congelatore i piatti individuali almeno un’ora e mezza prima dell’arrivo degli ospiti. Saranno estasiati da tanta bellezza e bontà.

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Guarnite a vostro piacere con delle foglioline di menta o con dei fiorellini che si abbinino al piatto di portata.

Come vi sono riuscite le frittate a San Marco?

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Il mio esordio ai fornelli è avvenuto in assoluto Chiara’s style. Mi ricordo che fino ad allora non sapevo neanche cosa volesse dire bollire un uovo, né probabilmente accedere il gas sotto la pentola. Ebbene, la sera del mio battesimo di fuoco decisi di preparare un flan ai porri.
E questo non perché mi ritenessi un asso in cucina, ma solo perché mi piaceva esteticamente. E sarebbe stato bello da impiattare. A posteriori capisco che, anche se rischioso, non sarebbe stato nel mio stile un esordio con una pasta al pomodoro!
Perché adoro fare cose complicate. La riuscita di un piatto in cucina dipende secondo me da diversi fattori: materia prima, gusto nella presentazione e tempo a disposizione. La mia cucina sta cambiando in funzione proprio di quest’ultimo elemento. E quindi, back to basis! Poco male! Non è detto non si possano fare delle cose semplicissime ma anche belle e gustose.

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La frittata è uno del piatti che non aveva mai riscosso il mio interesse. L’ho sempre trovata “brutta”. Ma, visto che adoro gli aperitivi e adoro avere ospiti, ho capito che poteva essere un piatto vincente perché è veloce e facile da fare, perché è amato dagli ospiti vegetariani e perché sazia. Ma come rendere una frittata interessante?
Taglietela a rondelle con il coppa pasta per esempio! E allora non vi sembrerà più una comune frittata ma una deliziosa croquette!

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le zucchine mondate e pronte per essere tagliate

 Ricetta (ingredienti per 4 persone)

3/ 4 uova

una ciotola di formaggio di latteria tagliato a pezzetti

2 zucchine medie

latte q.b.

pepe

prezzemolo

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la frittata in cottura nella padella antiaderente

Preparazione:

sbattete leggermente le uova in una terrina. Aggiungetevi il formaggio tagliato a pezzetti. Lavate le zucchine e pelatele con lo strumento per renderle a listarelle. La polpa restante riducetela a dadini di piccole dimensioni. Versate tutto nella ciotola con le uova, aggiungete del latte ( q.b.) per ottenere un composto denso. Pepate e aggiungere un pizzico di sale ( qualora il formaggio fosse davvero fresco ). Aggiungete infine un cucchiaio abbondante di prezzemolo. Mescolate in modo da amalgamare bene il tutto. Prendete un tegame antiaderente, spennellatelo con un filo di olio per evitare che la frittata attacchi sul fondo. Accendete il fuoco al minimo sotto la padella e versateci tutti gli ingredienti della ciotola. Lasciate cuocere per circa 20 minuti a fiamma bassissima sino a quando, il fondo del composto avrà preso una colorazione dorata. Aiutandovi con una paletta di legno, sollevate gli angoli della frittata per controllare che la cottura sia ben uniforme e che il fondo si stacchi facilmente dal tegame. Spegnete il fuoco. Posizionate un piatto al contrario sopra il tegame e, avendo cura di non scottarvi, girare il tegame sotto sopra in modo da far cadere la frittata sul piatto per girarla. Attendete qualche minuto che la frittata si raffreddi e poi, aiutandovi con un coppa pasta ricavate delle formelle circolari di frittata.

la frittata impiattata assieme a delle carotine con olive taggiasche e capperi

la frittata impiattata assieme alle carotine con olive taggiasche e capperi

Il crostino: una vera leccornia

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LE  TRE  “S”

A mio parere sono due i posti nella provincia di Pordenone e in quella di Udine, dove si preparano crostini di altissimo livello.
Il primo è la famosa Osteria al Cappello di Udine, dove non ho mai capito chi fa quegli incantesimi ( il gatto?); e il secondo è la mia adorata Osteria agli Stemmi di Brugnera. I classici posti dove uno mi deve portar via a forza. Perchè ci resterei giorni interi. L’unica ragione per cui, dopo una prima fase iniziale, cerco di spegnere il mio entusiasmo, è che temo la Stradale di Spilimbergo. 😉

Al Cappello riesco a trasformarmi in vero rugbista ( prima vedo se c’è in giro qualcuno che mi conosce …) per piazzarmi davanti al gattone e fare meta con un super ordine di crostini a volontà e vino che eviterà la coda per quei buoni 45 minuti. Mi è antipatico starmene lì in piedi però, perchè, da portatrice sana di tacchi, almeno quando si mangia è preferibile starsene seduti.

L’Osteria agli Stemmi di Brugnera ha un biglietto da visita che fà già capire molto bene di che pasta sono fatti i gestori: “ Consigliamo tutto, tranne con chi berlo ”.
Wow. Potere della sintesi. Il buon Massimo Boscaia, un pò Totò, un pò gondoliere veneziano ( sà imitare perfettamente qualsiasi dialetto ), si esibirà nel suo show creativo del crostino “ daleccarsiibaffi ” ( ! ) .
Una sera, gli ho chiesto se mi faceva un tagliere di crostini.
– “ Con cosa te li faccio” – mi chiede
– “ Mi va bene tutto tranne che con le acciughe ”- rispondo io.
Capisco di aver sbagliato risposta, quando mi arriva vicino con una scatola in latta ( graficamente invitante e che mi aveva già conquistato ) con acciughe della Cantabria. Vere pepite d’oro.
Inutile dirvi che erano qualcosa che si avvicinava al paradiso.

Ma allora quali sono le regole per preparare un gran crostino?
A mio avviso devono esserci le tre “s”:
il crostino dev’essere:
– sfizioso
– sudato
– saporito

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eccolo qui: sfizioso, sudato e saporito!

Domenica, giorno in cui mi sono imposta di fare solo cose creative, mi sono messa a preparare qualche crostino nuovo.
Me n’è uscito uno che se non si piazza dopo i crostini di Boscaia e quelli del Cappello, è certamente tra i top 10. Una vera leccornia.

Ingredienti:

pane tipo zoccoletto ( va bene sia nella variante semplice che con le olive )

indivia belga

Rhum ( miele per gli astemi )

pancetta stufata

formaggio di latteria

aceto balsamico invecchiato ( o crema densa di aceto balsamico )

capperi sotto sale

olive taggiasche

pepe

sale

fior di sale

un rametto di timo

Preparazione:

Pulite l’indivia belga e tagliate il cespo in quattro parti. In questo modo sarà più facile da disporre sul crostino. Aggiungeteci una manciata da capperi lavati dal sale. Aggiungete qualche oliva taggiasca e sfumate l’indivia belga col Rhum.  Il Rhum servirà a togliere l’amaro che ricorda molto quello del radicchio di Treviso. Se siete astemi potete mettere un cucchiaino di miele che avrà la stessa funzione. Regolate di sale e pepe. L’indivia si cucina in brevissimo tempo.

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L’indivia belga nella casseruola. Pronta per essere sfumata col Rhum.

In un tegame antiaderente cucinate la pancetta e trasferitela, avendo cura di scolarla dal grasso, su di un piatto.

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i due tegami: rispettivamente con la pancetta e con l’indivia in cottura

Disponete l’indivia belga sul pane tagliato a metà. Posizionate una fetta di pancetta sopra l’indivia e continuate con una fetta spessa di formaggio di latteria. Aggiungeteci una seconda fetta di pancetta. Mettete i crostini su di una leccarda in forno a 180° fino a quando il formaggio non inizierà a “sudare”. Togliete dal forno i crostini. Lasciate cadere qualche goccia di aceto balsamico raddensato o crema di aceto balsamico già pronta, sulla pancetta stufata. Disponeteci sopra qualche oliva del fondo di cottura della verdura e impreziosite con un rametto di timo. Chi ama come me il fior di sale, può macinarne sopra un filo ma senza eccedere in quanto formaggio e pancetta sono già molto saporiti.

E così in barba alla Stradale di Spilimbergo mi sono mangiata un crostino “serio” , bagnato da una buona bolla, rimasta per miracolo sigillata in frigo.

Cheers!

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Il paradiso in giardino e il paradiso sul piatto: che scegliere? Entrambi!

Osteria al Cappello

via paolo sarpi 5, 33100 Udine.

tel: 0432 299327

e-mail: info@osteriaalcappello.it

http://www.osteriaalcappello.it

Giorno di chiusura: LU

orari: MA- DO 10:30-23:30

 

Osteria agli Stemmi

Via Vittorio Veneto, 28

33070 Brugnera, Italy

tel: 335 736 4990

http://www.osteria.stemmi@facebook.com

giorno di chiusura: ME

Sua maestà il frico!

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I L   P I A T T O   G H I O T T O   E   F R I U L A N O   P E R   A N T O N O M A S I A 

Non credo di conoscere qualcuno a cui non piaccia il frico ( forse uno dai..)
L’idea del formaggio fuso su di un crostino è già piuttosto vincente con una giornata fresca e ventosa come questa, figuriamoci il mix di formaggio fuso e patate!

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Non servono grandi cose: una buona casseruola antiaderente, formaggio a pezzetti – meglio se un mix di formaggi- e patate sono gli unici ingredienti necessari.
Poi ci si può sbizzarrire nelle varianti più disparate aggiungendo ad esempio pancetta, cipolla, salame, erbe aromatiche, prosciutto cotto e crudo a piacimento…
Insomma, lo si può arricchire e trasformare, in base a quello che abbiamo a disposizione!
Non essendo grande amante della cipolla tendo a usarla il meno possibile, ma indubbiamente è ottima per insaporire questo piatto.

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Il frico di patate si accompagna splendidamente ad un buon vino rosso corposo del nostro territorio come lo strepitoso Shiopettino di La Viarte

Qui di seguito la mia ricetta semplicissima:

Frico di patate

Ingredienti
patate
formaggio di diversi tipi

Preparazione
Pelate le patate e tagliatele a fettine in modo che si possano cucinare più velocemente. Immergetele in una pentola con acqua salata a bollore raggiunto. Cuocetele per qualche minuto finché non vi sembreranno tenere incidendole con i rebbi della forchetta. Scolatele dall’acqua.
Tagliate i formaggi a pezzettini e mescolateli in una ciotola alle patate sbollentate.

Accendete il fuoco al minimo sotto la casseruola antiaderente e versateci sopra il mix di patate e formaggio.Il frico sarà pronto quando farà una crosticina scura sul fondo. Ci vorrà circa una mezz’ora.Quando vi sembra che il fondo del frico abbia una colore dorato e uniforme, scolate il liquido del formaggio in eccesso e rovesciate a testa in giù sopra un piatto da portata. Servitelo caldo.

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Pane e formaggio: l’accoppiata “salva aperitivo”

 

L‘  A P E R I T I V O  F R U G A L E   “ B U T   A B S O F U C K I N G L U T E L Y   C H I C ”  !

In realtà non sapevo bene dove inserire questo post: il tema non è una ricetta, né una composizione di fiori, né tanto meno una soluzione per arredare casa.

Ci troverete la più scontata formula per ricevere gli amici in tempo zero, con il minimo sforzo e il massimo risultato. Amo la cucina sofisticata, la nouvelle cuisine e i piatti elaborati, ma di fronte alla bontà sincera di un tozzo di pane e un pezzo di formaggio alzo bandiera bianca!

basta una bella tovaglietta e un centrotavola e il gioco è fatto!

In realtà si può ricevere anche con dispensa vuota (o quasi), ma non deve mancare mai quel mezzo chilo di formaggio e del pane.
Io ho la fortuna di stipare il pane buonissimo di mio padre in congelatore già tagliato a fette che, nel momento del bisogno, è l’alleato perfetto del “Cavalier latteria di Fagagna” e del “Fante Montasio sei mesi”. La battaglia è praticamente già vinta.

usate tovaglioli colorati e richiamate le tonalità che avete in casa

Queste foto le avevo fatte tempo addietro per un aperitivo dell’ultimissimo momento: pane e formaggio! Per puro caso avevo delle olive taggiasche e due o tre senapi da assaggiare per gli appassionati. Basta solo versare il vino e gli ospiti saranno entusiasti del vostro aperitivo “ frugal chic!”