design chairs

L’indoor outdoor: La tulip si scalda al sole

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Sole d’ottobre per le due “Tulip” chairs del grande maestro scandinavo.

In queste giornate anche il design si vezzeggia e si fa riscaldare al sole. La scocca in fiberglass si comporta come un buon triestino e si gode ogni singolo raggio di sole. Non siamo ai Topolini, ma il sole ce l’abbiamo anche noi.

Chiara Orlando

Harry Bertoia arriva in treno

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D A L L A   V I L L E    L U M I E R E   A L L A   C A M P A G N A   F R I U L A N A

Quando mia sorella viveva a Parigi, i miei erano soliti ad andarla a trovare viaggiando in treno. Amo viaggiare in treno, ma non riuscirei più a fare viaggi lunghi. La notte in bianco fatta da giovane per andare in Provenza m’è bastata: la fifa di essere derubata e la russata della compagna di cuccetta mi avevano impedito di chiudere occhio. Ciò detto, devo ammettere che l’ultimo viaggio di mio padre da Parigi in treno è stato davvero provvidenziale. Sarebbe infatti stato assai più difficoltoso portare in aereo una wire chair di Harry Bertoia. 

Non si trattava di rientrare con il classico souvenir della Tour Eiffel o il Camembert puzzolente in valigia, ma con una originalissima Knoll international disegnata da Harry Bertoia nel 1952!

La wire chair di Knoll di fronte allo scrittoio di Florence Knoll. Un songo diventato realtà per un giorno intero...

La wire chair di Knoll di fronte all’Albini desk di Florence Knoll. Un songo diventato realtà per un giorno intero…

Qualcuno potrebbe obiettare dicendo che la sedia poteva pure essere spedita, ma non sarebbe stato nello stile di mio padre. E poi, diciamocelo: scendere alla stazione ferroviaria di Casarsa con la wire chair di Bertoia aveva tutto un altro sapore!

Un  vero pezzo da collezionista: la wire chair di Bertoia

Un vero pezzo da collezionista: la wire chair di Bertoia

La sedia l’aveva scovata in uno di quei mercatini dell’usato parigini dove io riuscirei a perdermi per ore. Un pezzo che i collezionisti di design e modernariato non possono lasciarsi sfuggire. E così, dalla Ville Lumière la wire chair ritornava alla campagna friulana. Proprio dove è nato il suo creatore.

Non tutti sanno che il famoso designer era registrato all’anagrafe col nome di Arieto Bertoia, a San Lorenzo di Arzene. Arieto Bertoia diventa poi Harry Bertoia negli Stati Uniti dove emigra da giovanissimo. Il trasferimento negli U.S.A. sarà per lui una vera fortuna, in quanto avrà modo di esprimere tutto il suo talento negli studi prima e lavorando per Knoll International poi.

Un omaggio alla Diamond chair realizzato da Yves Orban. Chissà che ne penserebbe Harry…

Ma Bertoia non è stato solo un grande designer. E’ stato un artista a tutto campo. Lui si sentiva senz’altro più scultore che designer. E della sua capacità scultorea c’è traccia nei volumi leggeri del filo d’acciaio della sua celebre seduta. Per la sedia di Knoll non verrà mai realizzato un vero e proprio prototipo: dall’idea si arriva direttamente alla produzione, escludendo qualsiasi fase intermedia.

La collezione delle wire chairs disegnata per Knoll ebbe sin da subito un notevole successo e garantì a Bertoia una certa tranquillità economica. Ciò gli permise di concentrarsi nella scultura di cui era profondamente innamorato. Realizzò sculture di ogni tipo e progetti anche di notevoli dimensioni. Fu davvero prolifico e sperimentò un’infinità di materiali e tecniche.

Uno tra i progetti scultorei che amo di più è il Golden Arbor. Si tratta di un enorme pannello in ottone realizzato su diverse profondità. L’opera viene realizzata nel 1954 per il Manufacturers Trust Building di New York ed è assolutamente attuale. E’ un pezzo straordinario la cui estetica ricorda di più un enorme gioiello piuttosto che una scultura.

Negli ultimi anni Bertoia lavora molto anche alle sue sculture sonore, affascinato dall’idea che i corpi in metallo possano transformarsi anche in veri strumenti musicali.

Il prossimo anno verrà celebrato il centenario della nascita di Harry Bertoia. Tutti noi non vediamo l’ora di celebrarlo per le cose meravigliose che ha realizzato e per il lustro che ha dato a noi friulani all’estero.

Fonti:

http://www.wikipedia.it

http://www.arietobertoia.org

http://www.youtube.com